Il nuovo nomenclatore tariffario, in concreto
Giovedì 5 giugno si è tenuto un webinar per discutere il nuovo nomenclatore tariffario. Un confronto concreto per fare il punto della situazione, rispondere ai dubbi più frequenti, e condividere il lavoro fatto finora e quello ancora da fare.
Un evento partecipatissimo: 177 persone collegate in diretta. Un segnale chiaro che c’è bisogno di confronto, chiarezza e unione nel comparto. Fra i relatori il dott. Luca Lutti, titolare dell’ortopedia Medical Farma di Bergamo e delegato regione Lombardia per l’associazione FIOTO. Riportiamo le parti più rappresentative dell’intervento del dott. Lutti.
– Intervistatore
Quali sono le azioni più concrete che avete portato avanti in questi mesi rispetto agli elenchi sopracitati?
– Dott. Lutti
Buonasera e grazie dell’invito, è sicuramente un momento importante di confronto.
Chiaramente in pochi minuti non riusciamo a raccontare la cronistoria di qualcosa di così importante, per cui vi darei tre pillole che sono successive all’entrata in vigore dell’DPCM LEA nel 2017.
Per questo FIOTO ha impugnato il decreto tariffe e ha portato a un tavolo di lavoro nel 2024 per la rimodulazione di questi refusi e anche per un’implementazione della tariffa media di quanto specificato nell’ elenco 1, perché 2A e 2B hanno dei percorsi erogativi completamente distinti.
Terzo elemento, anche noi di FIOTO, così come altre associazioni, abbiamo lavorato per implementare quello che è stato fatto a livello regionale, con l’obiettivo di strutturare delle tariffe amministrate per definire delle modalità erogative differenti rispetto al meccanismo della gara. Porto a esempio la ASL di Taranto, che ha implementato il primo modello di “tariffa amministrata” in alternativa alla procedura pubblica d’acquisto.
– Intervistatore
Cosa funziona e cosa non funziona con Ministeri e Regioni da una parte dall’altra?
– Dott. Lutti
È evidente che qualche raggio di sole lo vediamo, anche perché i pasticci di questo DPCM-LEA porta, soprattutto a livello regionale, all’esigenza di un dialogo per risolvere, poi, dei problemi che sono quotidiani.
A livello ministeriale la situazione è più critica probabilmente. Non c’è una struttura; è stata implementata una piattaforma nella quale si possono segnalare criticità, ma questa piattaforma non è fruibile da tutti i soggetti.
Non c’è ancora una commissione permanente strutturata e organizzata per creare un percorso virtuale e virtuoso che consenta di segnalare le criticità e ottenere in tempi brevi delle risposte.
A livello regionale la situazione è molto diversa, perché trovarsi a che fare con l’obbligo, da parte del regionale quest’anno, a erogare tutta una serie di dispositivi per i quali non si sono definiti molti criteri di attuazione, porta le regioni a dover chiedere aiuto alle associazioni per definire un percorso che sia funzionale ai diritti del paziente e contestualmente anche per dar risposta a quelli che sono i livelli essenziali di assistenza.
Quindi questa è la situazione. Qualche criticità in più a livello ministeriale, un po’ di apertura in più a livello regionale, ma è una situazione che è a macchia di leopardo. Non tutte le regioni hanno risposto. Sarebbe opportuna una regia centrale chiara, che permetta di implementare quelli che sono i modelli virtuosi a livello regionale ed espanderli a chi non li ha adottati, contestualmente ascoltare quello che le associazioni, che hanno il polso della situazione e sono a contatto con la realtà quotidiana.
– Intervistatore
Su che cosa state lavorando oggi e quale è la vostra visione di futuro?
Cosa vi aspettate?
– Dott. Lutti
Il concetto più nobile, l’idea nostra di Fioto, è che, come dice l’OMS, noi non eroghiamo dei dispositivi, ma eroghiamo una terapia.
Questo è il messaggio che in primis vogliamo far passare come associazione: non più erogatori di un dispositivo, ma erogatori di una prestazione considerata terapia.
Questo è fondamentale, anche per scalzare qualsiasi forma di gara; erogare una terapia è una cosa, erogare una carrozzina è tutta un’altra faccenda.
Quindi, tre elementi chiave.
- Revisione di tutto quello che è il DPCM LEA, alla luce della classificazione dell’MDR, questo è il primo progetto, implementare un nuovo nomenclatore.
- Aggiornamento delle tariffe. Abbiamo costituito un percorso di analisi tariffaria complesso, affinché ci siano delle tariffe che riteniamo più congrue e coerenti e su questo si stiamo lavorando anche con il dipartimento della programmazione dei dispositivi medici.
- Far sì che da tutti i dispositivi adattabili, quindi non il deambulatore o le semplici carrozzine, ma dispositivi che sono una terapia, venga cancellata definitivamente la parola gara.
In ultimo a livello regionale, che rappresenta la parte più bassa della filiera, che vengano implementati quei modelli virtuosi che abbiamo già attivato in collaborazione con le altre associazioni, in Lazio, Puglia, Lombardia, Campania, Marche, Sicilia, Umbria.
Questo è il percorso che FIOTO sta portando avanti da tempo e che si augura di finalizzare.